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Differenza sessuale nel cervello umano, Traduzione di un articolo del 1993

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black_cat
view post Posted on 2/3/2009, 18:19




Questo è un articolo che (se ho ben capito :P) è stato pubblicato per la prima volta su Nature, una delle più famose riviste scientifiche, nel 1993 e che in seguito ha ricevuto le sue critiche..comunque mi sembrava interessante e l’ho tradotto. Ho lasciato perdere solo una parte in cui spiegava i vari passaggi tecnici, ma se a qualcuno va di leggerla la aggiungo!

Si tratta di uno studio volto a ricercare l’area del cervello dalla quale dipende l’identità di genere. Sono state confrontate sezioni cerebrali di uomini eterosessuali, uomini omosessuali, donne eterosessuali e donne mtf e si è visto che esiste una differenza di dimensioni del nucleo della stria terminale (*) legata al genere e indipendente dall’orientamento sessuale.
(* In inglese è chiamato “bed nucleus of the stria terminalis”, ma ho visto che nei testi in italiano la parola bed non è tradotta, e dato che non ho capito come dovevo tradurla, ho lasciato così..)

Da http://www.symposion.com/ijt/ijtc0106.htm


Differenza sessuale nel cervello umano e sue relazioni con la transessualità



"Le persone transessuali hanno la forte sensazione, spesso fin dall’infanzia, di essere nate nel sesso sbagliato. La possibile eziologia psicogenica o biologica del transessualismo è stata oggetto di dibattito per molti anni. Qui dimostriamo che il volume della suddivisione centrale del nucleo della stria terminale (BSTc: bed nucleus of the stria terminalis), un’area del cervello essenziale per il comportamento sessuale, è più larga negli uomini che nelle donne. Si è visto che le donne mtf hanno una stria terminale di dimensioni femminili. La dimensione della stria terminale non è influenzata dagli ormoni in età adulta ed è indipendente dall’orientamento sessuale. Il nostro studio è il primo a mostrare un cervello di struttura femminile in persone transessuali di sesso genetico maschile e avvalora l’ipotesi che l’identità di genere si sviluppi come risultato dell’interazione tra il cervello nella sua fase di sviluppo e gli ormoni sessuali.

Studi su genetica, gonadi, genitali o livelli ormonali di persone transessuali non hanno, fino ad ora, prodotto risultati che spieghino questa condizione. Negli animali da esperimento, tuttavia, lo stesso ormone gonadico che prenatalmente determina la morfologia dei genitali influenza anche la morfologia e le funzioni del cervello negli animali da esperimento in maniera sessualmente dimorfica. Ciò porta all’ipotesi che la differenziazione sessuale del cervello nelle persone transessuali possa non aver seguito la linea della differenziazione sessuale del resto del corpo. Negli ultimi anni, sono state osservate nell’ipotalamo umano numerose differenze in relazione al sesso e all’orientamento sessuale, ma fino ad ora non era stata condotta alcuna indagine neuroanatomica in relazione all’espressione della disforia di genere (transessualismo).

Figura 1: http://www.symposion.com/ijt/images/ijt01061.gif

Figura 1: Sezione frontale schematica attraverso due suddivisioni del nucleo della stria terminale (BST). III: terzo ventricolo; AC: commissura anteriore; BSTc e BSTv: suddivisioni centrale e ventrale del BST; FX: fornice; IC: capsula interna; LV: ventricolo laterale; NBM: nucleo basale di Meynert; OT: tratto ottico; PVN: nucleo paraventricolare; SDM: nucleo sessualmente dimorfico; SON; nucleo sopraottico.

Abbiamo studiato l’ipotalamo di sei persone transessuali mtf (T1-T6); questo materiale che abbiamo raccolto negli ultimi undici anni. Abbiamo cercato una struttura che fosse sessualmente dimorfica, ma non in relazione con l’orientamento sessuale, dal momento che le donne mtf, per quanto riguarda le preferenze sessuali, possono essere orientate sia verso il sesso maschile che verso il sesso femminile. Le nostre prime osservazioni hanno mostrato che i nuclei paraventricolari (PVN), i nuclei del dimorfismo sessuale (SDN) e il nucleo soprachiasmatico (SCN) non si accordavano con questi criteri. Sebbene non ci sia un modello animale accettato per i disturbi dell’identità di genere, il nucleo della stria terminale (BST) si è rivelato un candidato appropriato allo studio per le seguenti ragioni. Primo, è risaputo che il BST gioca un ruolo essenziale nel comportamento sessuale dei roditori. Non solo è stato riscontrato che nel BST sono presenti recettori per gli estrogeni e per gli androgeni, è anche un maggiore centro di aromatizzazione nel cervello di ratto in via di sviluppo.
[L’aromatasi è un enzima che converte gli androgeni in estrogeni.] Il BST nel ratto riceve proiezioni principalmente dall’amigdala e dà un forte contributo alla regione preottica-ipotalamica. Anche le connessioni reciproche tra ipotalamo, BST e amigdala sono ben documentate negli animali da esperimento. Inotre, sono state descritte nei roditori differenze sessuali nelle dimensioni e nel numero di cellule del BST che sono determinate dagli ormoni gonadici durante lo sviluppo. Anche nell’uomo è stato riscontrato che una particolare zona caudale del BST (BNST-dspm) è due volte e mezza più larga nel maschio che nella femmina.

La localizzazione del BST è mostrata nella figura 1. La parte centrale del BST (BSTc) è caratterizzata da cellule somatostatiniche e da innervazione da polipeptide vasoattivo intestinale (VIP).
[L’organismo usa spesso le stesse molecole in distretti diversi con funzioni diverse: probabilmente il VIP è stato scoperto prima nell’intestino e per questo si chiama così. Ndt] Abbiamo misurato il volume del BSTc sulla base della sua innervazione VIP (figura 2).

Figura 2: A http://www.symposion.com/ijt/images/ijt01063.jpg;
B http://www.symposion.com/ijt/images/ijt01064.jpg;
C http://www.symposion.com/ijt/images/ijt01065.jpg;
D http://www.symposion.com/ijt/images/ijt01066.jpg.

Figura2: Sezioni rappresentative del BSTc innervate dal polipeptide intestinale vasoattivo (VIP).
A: uomo eterosessuale;
B: donna eterosessuale;
C: uomo omosessuale;
D: donna transessuale (male to female).
Bar=0,5mm. LV: Ventricolo laterale.
Notate che ci sono due parti del BST in A e B: una parte mediale di piccole dimensioni (BSTm), e una parte di forma ovale ampia (BSTc).


Il volume del BSTc negli uomini eterosessuali (2.49±0.16 mm3) era del 44% più largo che nelle donne eterosessuali (1.73±0.13 mm3) (P<0.005) (Fig. 3). Si è visto che il volume del BSTc di uomini eterosessuali e omosessuali non differisce in maniera statisticamente significativa (2.81±0.20 mm3) (P=0.26). Il BSTc era del 62% più largo negli uomini omosessuali che nelle donne eterosessuali (P<0.005). L’AIDS non sembra influenzare la dimensione del BSTc: le dimensioni del BSTc di due donne e tre uomini eterosessuali sieropositivi sono rimaste benissimo nel range di valori del gruppo di riferimento corrispondente (Fig. 3). Gli eterosessuali sieropositivi sono stati pertanto inclusi nel corrispondente gruppo di riferimento a scopo statistico.
Nelle donne transessuali mtf è stato riscontrato un volume ridotto del BSTc (1.30±0.23 mm3) (Fig. 3). La dimensione del BSTc era solo il 52% di quella riscontrata nel gruppo maschile di riferimento (P<0.005) e il 46% di quella dei maschi omosessuali (P<0.005). Benché il volume medio del BSTc nelle donne transessuali fosse anche minore rispetto a quello del gruppo delle donne non transessuali, la differenza non era statisticamente significativa (P=0.13).
Il volume del BSTc non era relazionato all’età in nessuno dei gruppi di riferimento studiati (P>0.15), e ciò indica che il ridotto volume del BSTc osservato nelle donne transessuali non era dovuto al fatto che avevano, mediamente, dai 10 ai 13 anni in più rispetto agli uomini etero- e omosessuali presi in esame.
Il BST gioca un ruolo essenziale nel comportamento sessuale maschile e nella regolazione della secrezione delle gonadotropine, come è stato dimostrato dagli studi sul ratto. Non si è avuta un’evidenza diretta che il BST abbia un ruolo del genere nel comportamento sessuale umano, ma la nostra dimostrazione di un modello sessualmente dimorfico nella dimensione del BSTc umano, che è in accordo con la differenza sessuale precedentemente descritta in una parte più caudale del BST (BNST-dspm), indica che questo nucleo può anche essere coinvolto nelle funzioni sessuali e riproduttive umane. E’ stato suggerito che le differenze sessuali neurochimiche nel BST del ratto possano essere dovute agli effetti degli ormoni sessuali sul cervello durante lo sviluppo e nell’età adulta. I dati che possediamo sugli esseri umani comunque indicano che il volume del BSTc non si modifica variando i livelli ormonali in età adulta. Il volume del BSTc di una donna di 46 anni che aveva sofferto per almeno un anno di tumore della corteccia surrenale che produceva livelli molto alti di androstenedione e testosterone nel sangue rientrava nel range di valori delle altre donne. Inoltre, due donne in menopausa (con più di 70 anni) mostravano un BSTc di dimensioni femminili del tutto normale (Fig. 3: M1, M2). Dato che tutte le donne transessuali erano state trattate con estrogeni, le ridotte dimensioni del BSTc potrebbero essere dovute alla presenza di alti livelli di estrogeni nel sangue. L’evidenza che non è così è data dal fatto che le donne transessuali T2 e T3 mostravano entrambe un BSTc femminile di piccole dimensioni (Fig. 3), sebbene T2 avesse smesso di assumere estrogeni circa 15 mesi prima della morte, perché i suoi livelli di prolattina erano troppo alti, e T3 avesse interrotto il trattamento ormonale dopo che le era stato riscontrato un sarcoma, circa tre mesi prima della morte; anche un uomo di 31 anni che soffriva di un tumore corticale femminilizzante che comportava alti livelli di estrogeni nel sangue, aveva tuttavia un BSTc molto largo (Fig. 3: S2).

Figura 3: http://www.symposion.com/ijt/images/ijt01062.gif

I nostri risultati potrebbero anche essere spiegati se il BSTc di dimensioni femminili nel gruppo di donne transessuali fosse stato dovuto alla mancanza di androgeni, perché erano state tutte sottoposte all’intervento di orchidectomia ad eccezione della numero 4. Pertanto abbiamo studiato due uomini che erano stati anch’essi orchidectomizzati a causa di un carcinoma prostatico (uno e tre mesi prima della morte: S4 e S3, rispettivamente) e si è visto che le dimensioni del loro BSTc erano tra le più elevate tra quelle comprese nel range maschile normale. Le dimensioni del BSTc dell’unica donna transessuale non orchidectomizzata (T4) si collocavano a metà del range delle donne transessuali (fig. 3). Non solo cinque delle donne transessuali erano state sottoposte a orchidectomia, ma usavano anche tutte l’antiandrogeno cyproterone acetato (CPA). Sembra improbabile che il CPA abbia effetto sul BSTc, perché la numero 6 non aveva assunto CPA negli ultimi 10 anni e la numero 3 negli ultimi due prima della morte e avevano entrambe un BSTc di dimensioni femminili.
Riassumendo, le nostre osservazioni suggeriscono che le minori dimensioni del BSTc nelle donne mtf non possa essere spiegata da differenze nei livelli ormonali in età adulta, ma si stabilisca durante lo sviluppo per mezzo dell’azione di ormoni sessuali, un’idea supportata dal fatto che la gonadectomia in età neonatale nei ratti maschi e un’androgenizzazione dei ratti femmina in effetti ha indotto significativi cambiamenti nel numero di neuroni del BST e ha soppresso il dimorfismo sessuale.
Considerato insieme alle informazioni che abbiamo dagli animali, il nostro studio avvalora l’ipotesi che le alterazioni dell’identità di genere possano svilupparsi come risultato di un alterata interazione tra lo sviluppo del cervello e gli ormoni sessuali. L’azione diretta dei fattori genetici dovrebbe anche essere considerata sulla base degli esperimenti sugli animali.
Non abbiamo trovato relazioni tra le dimensioni del BSTc e l’orientamento sessuale delle persone transessuali, che era sia eterosessuale (T1 e T6), che omosessuale (T3, T2 e T5), che bisessuale (T4). Inoltre le dimensioni del BSTc degli uomini eterosessuali e omosessuali non differivano, il che avvalora l’idea che la ridotta dimensione del BSTc sia indipendente dall’orientamento sessuale. Inoltre non c’era differenza nelle dimensioni del BSTc tra le donne mtf che avevano iniziato presto (T2, T5, T6) e quelle che avevano iniziato più tardi (T1, T3), il chè indica che la dimensione ridotta è correlata all’alterazione dell’identità di genere stessa, e non all’età a cui si è manifestata. E’ interessante il fatto che le dimensioni molto ridotte del BSTc nelle donne transessuali sembri essere una differenza molto localizzata nel cervello. Non siamo riusciti a osservare simili differenze in altri tre nuclei dell’ipotalamo, cioè PVN, SDN e SCN, negli stessi individui. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che quei nuclei non si sviluppano tutti nello stesso momento, oppure a una differenza tra questi nuclei e il BST per quanto riguarda la presenza di recettori per gli ormoni sessuali o dell’aromatasi. Stiamo ora studiando la distribuzione dei recettori degli ormoni sessuali e dell’attività dell’aromatasi in vari nuclei ipotalamici in relazione all’orientamento sessuale e al genere."


Edited by black_cat - 13/9/2009, 10:15
 
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DylanNW
view post Posted on 9/3/2009, 12:52




Interessante...se ci fosse un modo per avere delle prove scientifiche più certe, forse ci sarebbero molti meno problemi nella società. Non identificando il transessualismo come malattia ma forse avrendo prove scientifiche che ci sono delle anomalie e non siamo semplicemente dei pazzi, forse la società accetterebbe meglio la cosa.
Bisogna dire che dal punto di vista scientifico il nostro modo di essere è molto campato in aria e se io non fossi "così" sarei molto scettico, e forse è un po' quello che pensa la gente..
 
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Maryperrone
view post Posted on 23/5/2015, 14:24




Ciao! Si chiama nucleo del letto della stria terminale...
 
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2 replies since 2/3/2009, 18:17   1841 views
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